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"Mis manos para ti" è il centro di salute che dopo il lavoro di quattro anni gli Amici di Zinviè sono riusciti a realizzare in Perù e quindi anche la meta dei due viaggi svolti nel paese sud americano. Il primo viaggio risale all'agosto 2000 quando una rappresentanza del gruppo si è recata a Cajamarca, località ai piedi delle Ande, a circa 2500 metri di altitudine. Pochi giorni e la scelta è stata inevitabile: "sì". L'itinerario intenso, perché tanto c'era da vedere in quel Perù nuovo per tutti, paese ricco di bellezze artistiche e naturali, in contrasto con la situazione generale di povertà. La visita ad alcune famiglie, agli anziani e all'asilo per conoscere da vicino la realtà di bisogno esistente soprattutto a livello sanitario e di sussistenza. Gli incontri preziosi con postulanti e missionarie camilliane, come Suor Rosanna e Suor Francesca, ospitali come in ogni continente; la conoscenza di persone da ricordare come padre Gianluca e padre Ranum che benedisse la prima pietra posata sul terreno sul quale avrebbe preso forma il centro di salute. Il ritorno nel gennaio 2005. Il lavoro è compiuto e da visitare oggi c'è un luogo che non parla più solo di povertà e malattie, ma anche di sostegno e cure: il centro di salute "Mis Manos Para Ti". Durante la permanenza in Perù spesso si seguono le missionarie nelle loro visite a chi vive più isolato; quando in una casa arriva "la madresita" è gioia, perché porta aiuto, medicinali e conforto. L'impatto con la popolazione, come spesso capita in questo tipo di viaggi, è immediato; non ci vuole troppo tempo a trovare il contatto e ad incontrarsi in abbracci che raccontano di più di qualsiasi lingua in comune. Il viaggio del gruppo si snoda, per le abituali due settimane, tra le attività di questo luogo di missione e la nuova meta da raggiungere, il Cile. Ecco una nuova tappa: Linares, Hogar di San Camillo, o altrimenti detto, una casa di accoglienza per gli anziani soli. Anche qui gli Amici di Zinviè sono arrivati a portare il loro contributo, spesando il personale della casa, ed è bello vedere come questo rende più dignitosa la vita di tante persone altrimenti abbandonati a se stesse. Durante i viaggi in missione si vive con le suore e le si accompagna nelle loro attività. Per dar da mangiare ai suoi anziani ogni mattina Suor Marina va al mercato a fare la "questua" ossia la raccolta di tutto quello che viene scartato dai banconi perché di seconda, terza scelta. Quando le ceste sono abbastanza piene si passa alla selezione: con la parte migliore si assicura il pasto caldo agli anziani del Homgar, ma anche il resto (frutta e verdura, ammaccate e appassite) può essere utile ai poveri dei villaggi vicini. «E una alternativa al niente e fa sì che si possa rimandare la fame a domani». Anche in questo continente tanti incontri significativi e la conoscenza di una forma ancora diversa di povertà; l'aiuto non mancherà. |